Arluno - 20010 Milano
Da Lunedì a Venerdì
Il passaggio generazionale nelle aziende non avviene per tutti allo stesso modo.
C’è chi lo pianifica per tempo, chi lo teme e lo rimanda in continuazione e chi, purtroppo, nasconde la testa sotto la sabbia finché non diventa troppo tardi. Con la conseguenza di lasciare spesso in eredità un’impresa a soggetti non all’altezza o in disaccordo tra loro.
Vediamo insieme perché è importante pianificare per tempo il passaggio generazionale e come gestirlo al meglio.
L’azienda, un valore di tutti
Iniziamo con una premessa: l’azienda è proprietà di uno o più privati ma è giustamente considerata dalla legislazione un bene di valore collettivo per la sua capacità di dare beneficio economico a tutto il territorio (e al Paese in generale) attraverso la produzione gli investimenti, gli stipendi e la creazione di ricchezza.
In pratica tutte le aziende sono detenute da persone fisiche – e questo vale anche per i grandi gruppi societari: da ciò deriva la necessità di gestire il passaggio generazionale.
Ma come è regolato il passaggio generazionale ai termini di legge?
Passaggio generazionale, cosa dice la normativa
La vigente normativa italiana vieta di disporre dei propri beni in vita. È vero, esiste il testamento olografo – attualmente uno dei mezzi più utilizzati – ma ovviamente produce effetti solo alla morte dell’imprenditore.
Ci sono però dei mezzi per il passaggio generazionale aziendale in vita, mezzi che danno due tipi di vantaggi:
Un modo per gestire il passaggio generazionale sfruttando i predetti vantaggi è senz’altro il Patto di Famiglia, una formula disciplinata dall’articolo 768-bis del Codice Civile (inserito nella legge del 14 febbraio 2006), che recita:
“È patto di famiglia il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti”.
Si tratta, insomma, di un contratto con cui l’imprenditore trasferisce in tutto o in parte l’azienda/le partecipazioni societarie di controllo a uno o più discendenti con effetto immediato.
Percorrere questa via porta a tre vantaggi:
E con il vantaggio n.3 siamo arrivati al punto cruciale: con il Patto di Famiglia se gli eredi si impegnano a mantenere l’azienda per almeno 5 anni dalla firma, la legge prevede una complete esenzione ai sensi dell’art. 3 co. 4- ter del DLgs. 346/90 (testo unico delle successioni).
Intervento sul tema a cura del dottor Marco Folicaldi in collaborazione con il notaio Alessandro Del Corno.