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Budget aziendale: non è vero che c’è tempo.

Budget aziendale: non è vero che c’è tempo.

Il budget aziendale è spesso visto come un obbligo a cui adempiere e non, invece, come necessario documento di controllo gestionale.
È un dato di fatto, non un’opinione. Proprio la scorsa settimana, infatti, siamo stati in una società strutturata e, parlando con il responsabile del reparto amministrativo, è emerso che l’azienda non ha ancora predisposto un budget per il 2022.

Motivazione:  “Tanto c’è ancora tempo”.

Niente di più sbagliato: il budget, quale strumento principe per la programmazione delle azioni da compiere nell’esercizio per perseguire gli obiettivi gestionali fissati, deve essere redatto prima dell’inizio dell’esercizio di riferimento.

Questo perché il budget:

  1. È uno strumento di programmazione: definisce infatti gli obiettivi economici, patrimoniali e finanziari di breve periodo;
  2. È uno strumento di controllo: una procedura di budget correttamente gestita prevede il controllo periodico tra previsioni formulate ex-ante e risultati effettivi. L’obiettivo? Individuare le cause del gap e apportare le necessarie modifiche per riequilibrare la gestione riportandola agli originari obiettivi di risultato. Nel dettaglio, la periodicità del controllo varia a seconda della dimensione aziendale: trimestrale per le PMI, ad esempio;
  3. È uno strumento di simulazione: una volta redatto il budget, è utile cambiare gli elementi base su cui è stato costruito (prezzi, costi, fatturato, politiche del personale) per verificare gli scenari conseguenti. Solo ipotizzando le future criticità è possibile affrontarle al meglio limitando i rischi di gestione. 

Come si costruisce un budget?

Per costruire un budget attendibile è necessario analizzare fattori esterni aziendali, ad esempio effettuare previsioni di mercato, comprendere le evoluzioni delle necessità dei propri clienti e le politiche dei prezzi dei fornitori strategici, valutare il comportamento e le strategie dei propri concorrenti. E non è tutto.
Soprattutto per aziende strutturate, il budget non può limitarsi al solo aspetto economico, ma deve essere anche esteso alla gestione patrimoniale e finanziaria.
Questo perché, ad esempio, il budget finanziario ha l’obiettivo di prevedere se l’applicazione delle strategie aziendali consente di ottenere flussi finanziari sufficienti per coprire le spese previste, assicurando all’azienda l’autonomia finanziaria piuttosto che evidenziando la necessità del ricorso al capitale di debito o al capitale proprio.
Questo è il classico esempio di simulazione in cui, potendo verificare i diversi risultati a cui si arriva variando ad esempio il tasso degli insoluti, i giorni medi di incasso e pagamento, la gestione delle scorte e così via, è possibile fare delle previsioni risultanti da diverse politiche gestionali.

Infine è evidente che il processo di budget sarà differentemente strutturato a seconda delle dimensioni dell’azienda: quelle più strutturate partiranno da budget di settore (commerciale, tecnico, produttivo, amministrativo e così via) successivamente assemblati dall’Organo amministrativo per tener conto delle ripercussioni che ogni settore ha sull’equilibrio complessivo della gestione. Le imprese meno strutturate e di dimensioni più contenute, invece, redigeranno un unico budget aziendale (seppur suddiviso nelle componenti

economica, patrimoniale e finanziaria) a cura dell’Organo amministrativo.

 

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